Un contributo di 300 euro al mese, per sei mesi, per le mamme che rientrano al lavoro dopo la maternità, pur avendo un bimbo con meno di un anno di vita. E che così avranno qualche aiuto in più per pagare asilo nido o baby sitter. E’ una disposizione già contenuta nella riforma del mercato del lavoro targata Fornero, e diventata operativa ieri, quando i tecnici del ministero del Welfare hanno messo a punto lo schema di regolamento che definisse somme erogate procedure. E lo hanno inoltrato all’ufficio legislativo del ministero dell’Economia. La misura sarà attuata già dal 2013.
Frenare l’emorragia
Il provvedimento è stato studiato per incoraggiare le neomamme a rientrare dalla maternità con qualche mese di anticipo rispetto a quanto avviene oggi, e, soprattutto, a frenare l’emorragia di lavoratrici che lasciano la propria occupazione dopo la nascita dei figli, il 27% del totale.
Cadenza mensile obbligo di mostrare le ricevute
Si tratta di qualcosa di diverso dal bonus bebè che per anni è stato elargito alle famiglie dei nuovi nati. A farne richiesta potranno essere solo le donne lavoratrici, e la somma sarà versata ogni mese, a patto che le beneficiarie dimostrino che il proprio figlio frequenti un asilo nido o sia assistito da una baby sitter. In quest’ultimo caso la baby sitter potrà essere pagata utilizzato il meccanismo dei voucher, i buoni per i lavori occasionali. C’è poi un limite di età: le famiglie usufruiranno dei bonus per un massimo di sei mesi e fino all’anno di età del bambino, e non oltre.
20 milioni di euro in tre anni
Piuttosto esigue le risorse a disposizione: 20 milioni di euro l’anno per tre anni. A conti fatti, se tutte le richiedenti faranno domanda per avere il contributo per sei mesi (ma è improbabile), i soldi basteranno per poco più di 11.000 madri lavoratrici, contro i circa 500.000 nuovi nati ogni anno. A fare la differenza tra chi otterrà il contributo e chi no sarà il reddito di partenza.
Il click day e il reddito
Per inoltrare la domanda sarà istituto un click day, un giorno per presentare domande per via informatica come già fatto in passato per la regolarizzazione di colf e badanti. Avrà la precedenza chi ha il valore più basso per l’Isee, l’indice della ricchezza delle famiglie calcolato in base al reddito, alle proprietà, e al denaro sul conto corrente e, a parità di “ricchezza”, l’ordine di presentazione della domanda. La graduatoria sarà unica e su base nazionale. Chi otterrà il bonus, naturalmente, dovrà rinunciare per il periodo in cui ne usufruirà al congedo parentale facoltativo.
Per i padri un solo giorno di congedo obbligatorio
Il documento presentato ieri fissa anche le regole per il congedo dei padri, sempre previsto dalla riforma Fornero: un giorno di permesso sarà obbligatorio e pagato al 100%, con un costo per lo Stato di 78 milioni di euro l’anno. Ce ne saranno poi altri due facoltativi, sempre pagati al 100%, ma potranno essere concessi solo se la madre rinuncerà a due giorni della sua maternità obbligatoria, in modo da non avere un costo aggiuntivo per lo Stato.
Di Giulia Nitti
fonte: il salvagente.it