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Bolletta dell’acqua da 3.500 euro, ma non può pagare a rate, cittadina di Meolo da Adico: «Richiesta assurda, non ho colpe»


(30 gennaio 2013) Un conguaglio per l’acqua consumata in un anno e mezzo in un colpo, e da pagare entro 10 giorni: totale 3.500 euro. Senza nessuna possibilità di rateizzare. Quando E.P., consumatrice di Meolo (Venezia) lo scorso 20 dicembre si è vista recapitare una simile bolletta dall’Azienda Sile-Piave, immagina si tratti di un errore, dato che le precedenti bollette erano sempre state pagate. Ma dal momento che la scadenza per il pagamento cade a brevissima distanza dalla data di ricevimento, il 31 dicembre, la signora contatta immediatamente il fornitore per segnalare il problema. E qui la brutta sorpresa: nessun errore, bensì il conguaglio di 17 mesi di consumi, da quando cioè (giugno 2011) aveva stipulato il contratto di fornitura del servizio idrico. Solo in quel momento infatti le viene spiegato che le bollette che ha ricevuto nel precedente anno e mezzo erano solo acconti.

La signora veneziana allora chiede un appuntamento per chiedere la rateizzazione dell’importo, ma nemmeno questa strada è in discesa: la Sile-Piave infatti per politica aziendale concede la possibilità di pagare a rate solo dietro la garanzia rappresentata da una fideiussione bancaria, cioè un contratto – che naturalmente ha un costo e presenta numerose insidie – tramite il quale la banca appunto garantisce nei confronti del creditore, quindi in questo caso la Sile-Piave, nel caso in cui il cliente non onori il suo pagamento. A quel punto la signora si rivolge ad Adico Associazione Difesa Consumatori per avere informazioni e aiuto.

«Pagare una cifra del genere praticamente da un giorno all’altro credo sia impossibile per la stragrande maggioranza delle persone normali, ma se oltre al danno c’è anche la beffa dell’essere trattati come dei ladri sotto la minaccia del distacco della fornitura di acqua, davvero la situazione diventa insostenibile – commenta E.P. – per questo ho deciso di rendere pubblica la mia vicenda, sperando che nessun altro consumatore debba vivere una situazione analoga».

I legali di Adico stanno assistendo la consumatrice nella contestazione della bolletta, che la signora infatti non intende pagare se non a rate. La Sile-Piave in tutta risposta – riferisce la socia Adico – accusa la cliente di essere responsabile dell’alto importo del conguaglio in quanto non avrebbe mai comunicato l’autolettura. «Ma nelle bollette che ho ricevuto nell’ultimo anno e mezzo non c’era alcun riferimento alla procedura di autolettura, e comunque avrebbero potuto contattarmi se c’era qualche problema» sbotta la signora di Meolo.

«La richiesta di una fideiussione bancaria in questo caso a nostro avviso è pretestuosa, non c’è nessuna ragione per sottoporre l’utente a un ulteriore onere economico – spiegano dall’ufficio legale di Adico – l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha infatti stabilito che la rateizzazione del pagamento deve sempre essere possibile, tra gli altri casi, quando pur essendo accessibile il contatore, a causa di una o più mancate letture viene richiesto al cliente il pagamento di un conguaglio e quando tale conguaglio sia particolarmente oneroso. Senza considerare – aggiungono gli esperti dell’Associazione – che è la Sile-Piave a non avere adempiuto all’obbligo di effettuare la lettura del contatore, che stando al Regolamento del Servizio Idrico Integrato dell’Aato del Veneto Orientale dev’essere semestrale». Nella diffida inviata all’azienda i legali di Adico hanno chiesto la concessione del pagamento in otto rate da circa 445 euro ciascuna, senza chiedere alcuna fideiussione.

«È inaccettabile che una bolletta arrivi a un utente così in prossimità della scadenza, a maggior ragione se si tratta di un periodo festivo – spiega il presidente di Adico, Carlo Garofolini – da tempo ci battiamo affinché una volta per tutte si consideri come termine utile quello di ricevimento, e non quello di spedizione. Inoltre in tempi come questi, in cui avere a disposizione 3.500 euro sull’unghia è un miraggio, negare la soluzione della rateizzazione significa condannare una persona alla cartella esattoriale, e quindi a un circolo vizioso di debiti. Chiediamo quindi all’azienda di rivedere la sua posizione e concedere almeno la possibilità di dilazionare il pagamento – conclude Garofolini – se altri cittadini si dovessero trovare nella stessa situazione ci contattino e cercheremo insieme una soluzione».

Adico Associazione Difesa Consumatori è a disposizione per ulteriori informazioni e assistenza nella sede di via Volturno 33 a Mestre, via mail a info@associazionedifesaconsumatori.it e al numero di telefono 041.5369637.

 
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Pubblicato da su 14 febbraio 2013 in Notizie & Politica

 

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